Il gobbetto nel parco
Un signore solitario
Sorretto tra alberi e acqua
Dall’apertura del lucchetto del giardino
Che lascia entrare l’acqua e gli alberi
Fino alla cupa campana della domenica quando è buio
Mangiava pane da un giornale
Beveva acqua da una tazza legata ad una catena
Che i bambini riempivano di ghiaia
Nella vasca della fontana dove facevo veleggiare la mia barca
Dormiva di notte in un canile
Ma mai nessuno lo incatenava.
Arrivava presto come gli uccelli del parco
Come l’acqua era sedentario
E Signore chiamavano Ehi Signore
I ragazzi di città che marinavano la scuola
Correndo quando li aveva uditi chiaramente
Fuori dalla portata di voce
Oltre il laghetto e i finti scogli
Ridendo quando scuoteva il giornale
Ingobbiti per derisione
Attraverso lo zoo rumoroso del boschetto di salici
Sfuggendo al guardiano del parco
Munito del bastone con cui raccoglieva le foglie.
E il buon cane solitario
Sonnecchiava da solo tra bambinaie e cigni
Mentre i ragazzi tra i salici
Lasciavano uscire tigri dai loro occhi
Per ruggire sulle pietre rocciose
Ed i boschetti erano blu di marinai
Costruiva per tutto il giorno fino all’ora della campana
Una figura perfetta di donna
Diritta come un giovane olmo
Diritta e alta dalle sue ossa contorte
Una donna che potesse restare la notte
Dopo i lucchetti e le catene.
Tutta la notte nel parco disfatto
Dopo che le inferriate e i cespugli
Gli uccelli l’erba gli alberi e il lago
E i ragazzi turbolenti innocenti come fragole
Avevano inseguito il gobbetto fino al suo canile nel buio.
(Translated by Lidia Chiarelli)
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