
TORINO
Lastricati lucidi di pioggia,
attraversati dalle cicatrici
delle rotaie.
Angoli dove il vento
s’insinua gelido.
Misteriosi portoni aperti
su solitari silenzi.
Dov’è finito il cielo?
Imperiosi palazzi, scuri e grigi,
mi opprimono e mi invitano
alla calda accoglienza
del luminoso caffè.
Bella e misteriosa Torino
mi accompagni
nel viaggio sognato verso le terre
natie in cui non mi riconosco più.
Siamo foglie sospinte dal volitivo vento
della giovinezza o dalla brezza autunnale
che non ci lascia scampo
e preannuncia i rigori dell’inverno.
Albarosa Bertoli